commedia

Medianeras- L’architettura come metafora

di Federica Lonzi

E allora mi domando: se anche quando sto cercando qualcuno non riesco a trovarlo, come posso trovare qualcuno che nemmeno so come è?
Y entonces me pregunto si aun cuando sea quien estoy buscando no lo puedo encontrar, como voy a encontrar al que estoy buscando si ni siquiera sé como es?

Un fobico in via di recupero e un’ architetta che non ha mai progettato nulla.
Questi sono i protagonisti di Medianeras, film del regista argentino Gustavo Taretto.

Martin è un web designer che cerca di uscire da un periodo di reclusione nel suo monolocale a causa delle sue fobie. Internet è la sua finestra sul mondo.
Mariana è una laureata in architettura che cerca di rimettere insieme pezzi della sua vita dopo la fine di una relazione durata quattro anni. Vive decorando vetrine, le sue finestre sul mondo.
Martin, come suggerito dallo psichiatra, cerca di riprendere la sua vita e la città in cui vive attraverso l’obiettivo di una fotocamera.

Un modo di riscoprire la città e la gente, cercando la bellezza anche là dove apparentemente non ce n’è.
Una manera de redescubrir la ciudad y la gente, buscar la belleza aun donde aparentemente no hay.

Mariana ha i suoi luoghi preferiti dove andare a riflettere, il planetario e il palazzo Kavanagh.

[Al planetario] Entro sempre con la speranza di che decolli e mi porti in un altro posto; anche se in realtà quello che fa il planetario è di mettermi al mio posto.
Siempre entro con la esperanza de que despegue y me lleve a otro lugar; aunque en realidad lo que hace el planetario es ponerme en mi lugar.

Ma in una città superpopolata e caotica come Buenos Aires, come è possibile trovare quello che stiamo cercando? Dove è possibile incontrare colui/colei che stiamo cercando?
Le medianeras sono le pareti cieche di un edificio, quelle che restano nascoste ai nostri occhi e non hanno particolare importanza estetica.  Facciate grigie, segnate dal tempo e dalle mode passeggere;  finché, per vie non legali, non si decida di aprirci una finestra perché entri un raggio di sole. Questo fanno Martin e Mariana nel corso della pellicola, aprono finestre nelle loro esistenze, cercando quel raggio di sole in più ad illuminare le loro vite, rimaste nascoste dietro fumi e grigiori del passato. È allora che per i due arriva l’amore.

Gustavo Taretto ci racconta questa dolce storia d’amore attraverso Buenos Aires, un enorme conglomerato metropolitano, la cui crescita smisurata e sregolata è presa in prestito come metafora della società e della vita umana.

Questi edifici che si susseguono senza nessuna logica mostrano una totale mancanza di pianificazione. La nostra vita è esattamente uguale, la costruiamo senza avere la minima idea di come vogliamo che sia.
Estos edificios que se suceden sin ninguna lógica demuestran una falta total de planificación. Exactamente igual es nuestra vida, la vamos haciendo sin tener la más mínima idea de cómo queremos que nos quede.

È una pellicola in cui Taretto ha saputo ben dosare ed intrecciare tecnicismi architettonici, stramberie quotidiane e riflessioni filosofiche.